Marco Zuin. Filmmaker. Laureato al DAMS Cinema di Bologna con una tesi sul ruolo della famiglia nel cinema italiano, negli ultimi anni si è dedicato alla produzione di documentari sociali per Ong, Fondazioni e Onlus: Daily Lydia (2014), La sedia di cartone (2015), Niente sta scritto (2017), Hoa (2018) sono stati selezionati in numerosi festival in Italia e nel mondo tra cui Festival dei Popoli, Trento Film Festival, Athens Ethnographic Film Festival, Festival International du Film Ethnographique du Quebec – FIFEQ, ottenendo visibilità e premi.
Ha realizzato con l’attore e poeta Vasco Mirandola gli Zuggerimenti poetici, microfilm per visualizzare la poesia; con lo scrittore Matteo Righetto la web serie L’anno dei sette inverni (2021) sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente nell’anno della pandemia. Ha curato l’opera collettiva Le storie che saremo (2021) in cui sette autori interrogano questo fragile presente attraverso la forza dei filmati di famiglia. Ha realizzato il documentario Il teatro vive solo se brucia (2023) sui teatri viaggianti nel 900 attraverso il ritratto di una delle ultime famiglie d’Arte italiane, i Carrara di Vicenza. Ha diretto cortometraggi di finzione che abbracciano una varietà di temi e stili narrativi collaborando con il Ministero dell’interno e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca come formatore ed educatore di giovani attraverso creazioni artistiche: Edith, una ballerina all’inferno (2022) è stato presentato al Giffoni film festival (Giffoni award), e Una notte da ricordare (2023) è stato presentato nell’ambito delle Giornate degli autori della Mostra del Cinema di Venezia e ha vinto il festival Sottodiciotto di Torino. Alla base del suo approccio al cinema e al documentario c’è l’idea di sociale inteso come socialità e attenzione al senso di comunità.